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Noi non siamo questo |
Ieri nella sede dell'Associazione Carro dei Giovanotti di Portocannone abbiamo avuto modo di apprendere e dibatterre sulle normative che andranno rispettate per il corretto compimento delle Carresi di questo e degli anni che andranno a venire. Al di là della messa in sicurezza del percorso di gara e di tutte gli adeguamenti necessari affinchè lo stesso possa essere oggetto della corsa, per consentire lo svolgimento della stessa e la partecipazione di Cavalli e Buoi, quindi di addivenire a quanto previsto dalla nuova normativa che legifera su questi eventi, i comuni hanno dovuto barcamenarsi su tutta una serie di adeguamenti degli statuti che hanno trasformato gli stessi in regolamenti da Ippodromi. Si fa richiamo nelle delibere delle giunte comunali, a quello che è lo spirito Olimpico, ad adempimenti che Fantini e Carristi dovrebbero ipoteticamente osservare, neanche fossero Frakiè Dettorri, il più famoso driver di cavalli al mondo, con tanto di analisi di sangue ed urine che verranno poi esaminate da un fantomatico
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Noi siamo questo |
laboratorio analisi addirittura sito in Germania. Prima, durante e un'ora e mezza dopo la corsa nessun partecipante alla competizione potrà bere un sorso di vino altrimenti risulterà positivo ad un eventuale controllo del tasso alcolemico che comporterebbe squalifica sua e di tutta l'associazione ed alle conseguenze civili e nel peggiore dei casi penali che la violazione comporta. Ora noi siamo stati i primi sostenitori del fatto che la tradizione dovesse andare avanti per non interrompere ciò che da sempre caratterizza le nostre comunità e le nostre identità, abbiamo sempre incoraggiato una messa in sicurezza di uomini e animali che vi partecipassero, ma trasformare una rievocazione storica, se pur modernizzata, una tradizione, una realtà locale, in qualcosa che deve rispettare i dettami di uno sport Olimpico ci sembra sinceramente un pochino esagerato. Sarebbe come paragonare una processione in una finale olimpica dei 100 metri, come trasformare la regata storica di Venezia nelle finali di Coppa America. Ora noi sappiamo che la maggior parte dei partecipanti alle nostre Carresi sono ragazzi del paese che per onorare la tradizione, la famiglia , il santo patrono si dedicano con passione a qualcosa che non è uno sport, ma è più paragonabile ad un rievocazione, ad una corsa coi sacchi , ad una corsa coi ciucci di certo non ad una finale olimpica, noi non vogliamo diventare professionisti, non vogliamo stabilire record del mondo, vogliamo CORRERE I CARRI in onore dei nostri santi.Le nostre critiche finiscono qui, perchè siamo anche a conoscenza degli sforzi che le varie giunte hanno dovuto sostenere per consetire le manifestazioni in così poco tempo, ma ci auguriamo che quanto prima le carresi tornino ad essere tali ed identitarie e non gare da corsa da Ippodromo. Ormai mancano pochissimi giorni alla prima corsa di Chieuti in onore di San Giorgio Martire, vedremo come si svolgeranno le cose e speriamo che vinca il migliore, e che tutto si svolga come lo scorso anno , senza problemi o incidenti.W LE CARRESI (di una volta...)