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La passione per questa tradizione tipicamente molisana, nasce principalmente da mio nonno, GUERINO MANES detto "Zi Guarin Ferch" stimato "cateniere" del Carro dei Giovanotti di Portocannone negli anni 1950-1960 , ma anche da mio zio GALASSO COSTANZO detto "Ceccio", genero di Guerino e "capo carrista" del Carro dei Giovani di Portocannone negli stessi anni, da COSTANTINO DEL PINTO, cugino acquisito e padrino di mia figlia, che ha corso negli anni 1970-1980 con il carro dei Giovani di San Martino in Pensiliis e con il carro dei Giovani di Portocannone, ed in ultimo da mio cugino GUERINO GALASSO, figlio di "Ceccio" e nipote di "Zi Guarin Ferch" che ha corso per diverso tempo come "toccatore" con il carro dei Giovani di Portocannone negli anni 1980-1990. Nella foto si vede mio zio Costanzo in piena corsa sopra il carro dei Giovani di Portocannone negli anni 60-70, con tanto di sigaretta in bocca... Ogni anno dai primi di Febbraio fino alla metà di Agosto tante persone come me non fanno altro che pensare alle carresi, agli animali ed agli uomini protagonisti delle stesse, investendo passione , tempo e denaro per qualcosa che da molti viene visto come un semplice evento tradizionale, per noi invece è un vero e prorio modo d'essere, di vivere la vita a contatto con la natura, la religione, la comunità.



mercoledì 12 settembre 2012

Futuro incerto per le corse?

Dopo la pausa estiva ritorniamo a scrivere sulle nostre amate corse, oramai a più di un mese dalla disputa delle sgambate  avvenute a Portocannone e a San Martino, ed è proprio in occasione di questi eventi che si è ben appreso del futuro tenebroso che incombe nelle tradizionali corse dei carri trainati da buoi. Non abbiamo avuto notizie di manifestazioni estive ad Ururi ed a Chieuti, invece nei due paesi  citati in precedenza si è stati costretti a correre su percorsi sterrati poichè le autorità non hanno concesso alcuna deroga a ciò che prevede la normativa sulla tutela degli animali nelle competizioni tradizionali, e quindi a San Martino ci si è ritrovati tutti al tratturo, mentre a Portocannone è stato percorso il primo tratto di gara tutto sterrato, non senza piccoli incidenti,  il cosidetto sfilaturo. Come già sottolineto in precedenti post la problematica risiede in una norma promulgata nel 2011 che prevede una regolamentazione nei percorsi dei pali tradizionali, sopratutto per ciò che concerne la tutela della salute dei cavalli, e che dispone che questi non possano correre su tratti di strada asfaltati, se non in presenza di un particolare manto bituminoso che attutisca l'impatto dei loro zoccoli, e prevenga eventuali incidenti da cadute; è inoltre previsto l'utilizzo di un veterinario incaricato da un'associazione nazionale equestre, la collocazione di balloni di paglia lungo tutto il percorso, il divieto all'uso di qualsiasi tipo di sostanza dopante. Appare chiaro come sia economicamente improponibile, sopratutto di questi tempi, porre in sicurezza tutti i percorsi dei diversi paesi, in particolare ci è giunta voce che a San Martino è stato calcolato che questa impresa provocherebbe una spesa di circa trecentomila euro. Già quest'anno si è riusciti ad aggirare l'ostacolo ottenendo una deroga dalle autorità preposte al controllo di quanto esposto, ma visto ciò che è accaduto in occasione delle manifestazioni estive, ci chiediamo se sarà così anche il prossimo anno, considerando che il giorno della corsa è accompagnato da circa una decina di prove per ogni carro. L'unica norma esistente a tutela della tradizione, solo per il Molise, è una legge regionale emanata qualche tempo fa, che però non crediamo abbia la capacità giuridica di contrastare quanto imposto dalla normativa nazionale. In barba a queste meste previsioni la gran parte delle associazioni in tutti i paesi ha provveduto all'acquisto di nuovi buoi, tutti di origine podoliche rivenienti dagli ormai famosissimi allevamenti calabresi, che come al solito se li sono fatti pagare come cavalli di razza.Nelle diverse stalle per questi giovani esemplari sono già iniziati i primi allenamenti ed alcuni di loro hanno anche disputato le corse estive evidenziando tutto l'ardore della loro inesperienza. Noi , primi promotori, amanti incalliti e sostenitori incorruttibli delle nostre tradizionali corse ci auguriamo che si possa risolvere quanto prima questa problematica e che tutto ritorni a svolgersi correttamente e senza incidenti così come accaduto lo scorso anno, e speriamo che prevalga in tutti lo spirito degli addetti ai lavori che non hanno mai smesso di adoperarsi nella preparazione degli animali per svolgere al meglio ciò che impone loro un'intera comunità, lo spirito religioso che li pervade, l'amore per gli animali e la tradizione.