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La passione per questa tradizione tipicamente molisana, nasce principalmente da mio nonno, GUERINO MANES detto "Zi Guarin Ferch" stimato "cateniere" del Carro dei Giovanotti di Portocannone negli anni 1950-1960 , ma anche da mio zio GALASSO COSTANZO detto "Ceccio", genero di Guerino e "capo carrista" del Carro dei Giovani di Portocannone negli stessi anni, da COSTANTINO DEL PINTO, cugino acquisito e padrino di mia figlia, che ha corso negli anni 1970-1980 con il carro dei Giovani di San Martino in Pensiliis e con il carro dei Giovani di Portocannone, ed in ultimo da mio cugino GUERINO GALASSO, figlio di "Ceccio" e nipote di "Zi Guarin Ferch" che ha corso per diverso tempo come "toccatore" con il carro dei Giovani di Portocannone negli anni 1980-1990. Nella foto si vede mio zio Costanzo in piena corsa sopra il carro dei Giovani di Portocannone negli anni 60-70, con tanto di sigaretta in bocca... Ogni anno dai primi di Febbraio fino alla metà di Agosto tante persone come me non fanno altro che pensare alle carresi, agli animali ed agli uomini protagonisti delle stesse, investendo passione , tempo e denaro per qualcosa che da molti viene visto come un semplice evento tradizionale, per noi invece è un vero e prorio modo d'essere, di vivere la vita a contatto con la natura, la religione, la comunità.



venerdì 27 maggio 2011

Niente scorrettezze per favore

Mi preme evidenziare i pensieri del mio ultimo post nel quale esprimo il mio desiderio di assistere a Portocannone, come è avvenuto negli ultimi anni, ad una carrese corretta e priva di qualsiasi forma di violenza. Quest'anno le nostre carresi molisane hanno dato un cattivo esempio , sopratutto a chi come me vive in altri luoghi e ha voglia di promuovere verso i suoi concittadini queste tradizioni  e a chi  sporadicamente viene ad assistere alle nostre corse. Le frasi che si sentono sono sempre le stesse, "questi sono pazzi", "se le sono date di santa ragione", "chi sa se corrono l'anno prossimo"; ecco mi auguro di non sentirle mai più e mi auguro che tutti i partecipanti alla corsa mettano da parte questa insana voglia di fare i protagonisti con azioni non degne di nota, ma si rendano conto che in fondo non è importante chi vinca la carrese, ma lo è molto di più condurla con onestà ed impegno , in modo da gratificare tutti i sacrifici profusi, senza rimpianti. Mi auguro che un giorno i cavalieri, visto che oggi ce ne sono molti di più che in passato, qualora siano in difficoltà, o in fase di sorpasso, pensino solo ai loro compiti e non a disturbare uomini o animali degli altri, mi auguro che ci siano sempre più strette di mano a fine corsa, e che si possa festeggiare senza esagerare negli sfottò. La diretta televisiva è un altro deterrente verso queste situazioni, mentre al contrario è un piccolo passo verso quel cammino di promozione e di spinta pubblicitaria di cui abbiamo bisogno. Se invece si continuerà a vedere vergate a destra e a manca, gente che provoca o istiga alla violenza, non si potrà mai fare il bene dei nostri paesi e della nostra tradizione: ricordiamoci che il nostro obiettivo è quello di raggiungere livelli di qualità e notorietà , simili a quelli del Palio di Siena, della Quintana di Foligno, insomma di eventi che ormai fanno parte indelebilmente del panorama culturale e tradizionale del territorio italiano. Quindi niente scorettezze per favore.

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