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La passione per questa tradizione tipicamente molisana, nasce principalmente da mio nonno, GUERINO MANES detto "Zi Guarin Ferch" stimato "cateniere" del Carro dei Giovanotti di Portocannone negli anni 1950-1960 , ma anche da mio zio GALASSO COSTANZO detto "Ceccio", genero di Guerino e "capo carrista" del Carro dei Giovani di Portocannone negli stessi anni, da COSTANTINO DEL PINTO, cugino acquisito e padrino di mia figlia, che ha corso negli anni 1970-1980 con il carro dei Giovani di San Martino in Pensiliis e con il carro dei Giovani di Portocannone, ed in ultimo da mio cugino GUERINO GALASSO, figlio di "Ceccio" e nipote di "Zi Guarin Ferch" che ha corso per diverso tempo come "toccatore" con il carro dei Giovani di Portocannone negli anni 1980-1990. Nella foto si vede mio zio Costanzo in piena corsa sopra il carro dei Giovani di Portocannone negli anni 60-70, con tanto di sigaretta in bocca... Ogni anno dai primi di Febbraio fino alla metà di Agosto tante persone come me non fanno altro che pensare alle carresi, agli animali ed agli uomini protagonisti delle stesse, investendo passione , tempo e denaro per qualcosa che da molti viene visto come un semplice evento tradizionale, per noi invece è un vero e prorio modo d'essere, di vivere la vita a contatto con la natura, la religione, la comunità.



giovedì 22 marzo 2012

Si riasfaltano i percorsi: soluzione trovata

Giovedì pomeriggio si riprenderà a correre al tratturo, toccherà ai gialloverdi dei Giovanissimi riaprire le danze, finalmente con in mano l'autorizzazione per le prove. Dalle informazioni in nostro possesso sembra che le problematiche relative all'utilizzo dei cavalli sui percorsi delle carresi molisane siano completamente risolte, e quindi tutti gli articoli della normativa oggetto del contendere troveranno soluzione negli accorgimenti che si adotteranno per la sistemazione dei percorsi. In particolare nei tratti in cui è presente l'asfalto si procederà ripavimentando le carreggiate con materiale drenante fatto di inerti un pò più grandi del normale, il cosidetto "tappetone", simile al manto stradale che attualmente si trova sulle principali autostrade italiane, che sicuramente limiterà eventuali scivoloni dei cavalli, garantendo più grip ai ferri dei loro zoccoli, insomma addivenendo a quello che la normativa prescrive. Per la carrese di San Martino quindi si assisterà all'adeguamento per la parte di gara che va dal cambio buoi al paese, in realtà sono presenti tratti di asfalto anche nella prima parte del percorso, ma sono talmente rovinati dal passaggio di trattori e mezzi pesanti, che sembrano tratti sterrati.
Proprio di recente abbiamo visionato tutta la prima parte del percorso, una vero e proprio rally, il tratto che va dalla partenza fino alla prima nazionale è abbastanza malridotto, l'ingresso al Calvario dopo la prima nazionale e talmente stretto da chiedersi come faccia a passarci tutto il carro, da qui fino alla seconda nazionale la strada non migliora e inizia a salire di brutto; poi dalla seconda nazionale passata l'ennesima salita inizia il vero è proprio circuito della carrese, dove si farà la gara e uomini e animali dovranno esprimere il massimo impegno per raggiungere i circa 40 km orari con cui si presenteranno sul Levon . In una sola parola...bellissimo. 
Ogni anno le emittenti televisive che si occupano delle riprese della corsa non riescono mai a rendere credibili le difficoltà che la strada propone al passaggio dei carri, i tratti in salita non sembrano mai così difficoltosi, al contrario la strada sale per davvero, le buche, gli alberi vicino alla carreggiata, l'ingresso delle strade sembrano essere semplici aspetti paesaggisti ma in realtà sono ostacoli puntualmente evitati con maestria e coraggio. La carrese di San Martino rappresenta quanto di più eccitante possa esserci per un carrista, e a detta di coloro che vi hanno partecipato la cosa che più impressiona non sono le cose fin qui descritte, ma il vero e proprio muro di gente urlante che si incontra su via marina dopo tutti gli sforzi fin li profusi.

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